domenica 27 gennaio 2008

La Terra Contro i Dischi Volanti (1956)


Rick fa scivolare un mazzo di carte sul tavolo, lo apre come se fosse una coda di pavone e ne estrae un asso di cuori.
Lo guarda, l'inquadratura passa in primissimo piano.
Dettaglio della carta e poi di nuovo primo piano di Rick.
Il retro della carta da gioco è rosso, ma nessuno lo saprà mai...nel mondo di Rick tutto è grigio, magari tanti grigi... ma è sempre quel colore di fumo avvilente che ti rimane dentro.
Uno strano uomo in smoking nero si siede davanti a Rick, non lo vediamo in volto è oscurato da una zona d'ombra ritagliata dal direttore della fotografia.
È il 1956 quando Fred Sears dirige un film che incarna le paure della popolazione americana degli anni sessanta.
Racconta la storia di uno scienziato e consorte che per la prima volta vengono a contatto con una razza aliena in cerca di un nuovo pianeta e della battaglia per fermare la minaccia dei nuovi invasori spaziali.
“Earth Versus the Flying Dancers” è un film che giudicato con gli occhi di quest'epoca risulta incredibilmente ingenuo e guerrafondaio, basti pensare che al primo contatto con gli alieni l'esercito gli svuota caricatori addosso sulla fiducia, senza sapere niente a proposito.
Lo sceneggiatore però crede di riscattarsi moralmente rendendoli malvagi e conquistatori (idea molto comune in quegli anni) come da manuale il punto di vista degli invasori è del tutto ignorato e ridotto al minimo, i protagonisti sono gli eroi e non sono buoni e di sani principi.
Questa pellicola non è particolarmente interessante per la trama o i temi trattati, ma comunque riesce a scavarsi una nicchia fra i film di culto soprattuto grazie a Ray Harryhausen.
Ray è stato molte volte nel mio bar, beve Rhum come se fosse acqua ma ha la fantasia di un bambino. È un maestro degli effetti speciali e ella tecnica a Passo uno, un arte da tempo dimenticata.
La stop motion legata alle immagini live in action è sempre stata una sfida per Ray creare una reazione credibili nei suoi mostri e nelle sue navicelle spaziali, reazioni non solo fine a se stesse ma che dovevano interagire e modificare anche la scenografia reale.
Scene ricostruite in intere settimane ci passano davanti in pochi secondi, ad esempio la distruzione degli edifici non è fatta con modellini e petardi, ogni più piccolo detrito che cade al suolo è legato ad un filo invisibile che viene lentamente lasciato allungare e ripreso a passo uno.
Un vero capolavoro di Pazienza e fisica realistica.
Il lavoro di Ray ha reso famosi film che altrimenti non sarebbero mai riusciti a ritagliarsi uno spazio nei ricordi degli amanti del cinema... e ora eccolo qui nel mio bar, mi dispiace avervelo presentato con una pellicola che non fa risaltare appieno il suo lavoro ma un giorno approfondiremo.
Il suo conto al bar non è ancora scoperto...


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